Oggi voglio parlare di Dolomite con le sue "Dolomite Crodarossa Lite", una storica azienda calzaturiera che nasce nel 1897 come realtà artigiana ma che nel corso degli anni scala con grande successo sia le montagne (contribuisce alla spedizione della conquista italiana del K2 nel 1954) che la propria reputazione, collocandosi all’interno del prestigioso club del “made in italy”, un’elite che tutto il globo ci invidia! Il “fatto in Italia” va sbandierato con orgoglio in tutto il mondo visto c’è ancora qualche leva positiva che contraddistingue il nostro bel paese.

Se all’estero l’artigianalità e il saper lavorare ci permette di guadagnare un po’ di credibilità, tra concittadini questi nomi d’eccellenza fungono da collante provocando un comune senso di appartenenza,creando un’identità dove tutti fraternamente (o orgogliosamente?) ci riconosciamo, insomma mette tutti d’accordo: un po’ come la nazionale di calcio ai mondiali.
Nello specifico volevo svelarvi le caratteristiche di un prodotto che ho potuto testare ed apprezzare in prima persona: le Dolomite CRODAROSSA LITE GTX, un modello che rappresenta la classica scarpa da avvicinamento.

Gli elementi fondamentali che osservo per dare un personale giudizio rispetto questa tipologia di calzatura sono la leggerezza e la robustezza. Apparentemente questi due attributi sembrano non poter convivere l’uno con l’altro ma in questo caso Dolomite è riuscita a centrare questo sfidante obiettivo equilibrando i due fattori in un’unica scarpa.
Dal disegno della suola si intuisce che la sicurezza è un altro aspetto che non è lasciato al caso, trasmette fiducia e garantisce adattabilità a qualsiasi terreno, compresi quelli più verticali e delicati, condizioni che si presentano molto frequentemente anche non avvicinandosi necessariamente a una parete di arrampicata. Spesso ci troviamo ad affrontare passaggi attrezzati con corde fisse o catene e queste scarpe ci vengono molto d’aiuto grazie alla piccola porzione di suola che concede maggior aderenza e precisione sulle punte. Sulle Alpi infatti ci sono moltissimi itinerari escursionistici caratterizzati dalla presenza di tratti più esposti e rocciosi, questa condizione si verifica costantemente su tantissimi sentieri anche senza per forza essere in Dolomiti, chi per esempio gira sulle Orobie sa di cosa parlo.

Un altro aspetto che contraddistingue questo prodotto è la comodità. La calzata è impercettibile, sembra di non avere niente intorno al piede il quale spesso, dopo troppe ore chiuso in un involucro, si ribella. Quando si acquistano scarpe o scarponi da montagna sarebbe opportuno non dimenticare che dopo tante ore di cammino il piede si dilata e se la tomaia non concede spazio sufficiente ad agevolare tale reazione fisica rischiamo di rovinarci la giornata e rimanendo un po' scottati dall’episodio (quando fanno male i piedi vi garantisco che anche un solo chilometro sembra essere infinito) potremmo uscirne psicologicamente compromessi per sempre e disprezzare la fantastica magia che si cela nell’andar per sentieri.
In ultimo volevo parlare della cosa che in realtà si nota subito in queste scarpe: la leggerezza. Al giorno d’oggi sappiamo tutti che il nemico più crudele dell’escursionista è il peso, in qualsiasi ambito ormai si pensa solo ad ottimizzare, ed anche in montagna questo obiettivo sembra essere trai predominanti. Nessuno ha più voglia di soccombere a problemi che possono essere risolti, quindi la tecnologia ha dato l’opportunità di economizzare anche sulla fatica. Il peso in montagna non è una componente assoluta, come può essere dal salumiere, ma una grandezza relativa. Anche il minimo peso che inutilmente trascineremmo durante un’intera escursione, moltiplicato per ogni passo, potrebbe diventare un macigno entro fine giornata, inoltre per i climbers che sono sempre sommersi dall’attrezzatura, sarebbe molto più gradevole appendersi all’imbracatura un oggetto leggero in mezzo a tutta la ferraglia che obbligatoriamente occorre in parete.
In conclusione mi sento di consigliare questa tipologia di scarpe, cosiddette da approach, personalmente infatti giro sempre con scarpe molto snelle e leggere ,considerate però che risultando sprotette le caviglie devono essere adeguatamente forti a mantenere una certa stabilità sui terreni sconnessi , accettando il compromesso di fare sempre ben attenzione ad ogni passo ma godendo di maggiore libertà di movimento e leggerezza.
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