
La montagna dentro di Hervé Barmasse è un libro uscito nel 2015 che ho riletto molto volentieri proprio in questi giorni particolari, dove trovare momenti di stand by che ci svaghi un po’ in questa strana realtà diventa necessario.
Chi è Hervé Barmasse?
Hervé Barmasse, il grande alpinista di oggi che ben conosciamo, nasce da una famiglia di esploratori, alpinisti e guide alpine. Dopo che le 3 generazioni che lo precedono si dedicano completamente all’alpinismo parrebbe quasi ovvio che la quarta verrebbe da sé!
Inizialmente però i suoi orizzonti furono un po’ diversi, infatti ha iniziato ad amare e frequentare le montagne calcandole in discesa. Viene catturato presto dai luoghi che lo circondano ma dal punto di vista inverso rispetto a quella dei suoi predecessori.
Destinato così, per il suo evidente talento, a diventare un promettente campione di sci ad un certo punto deve reinventarsi, un po’ come tutti noi in questi giorni strani!
Gli avvenimenti, infatti, l’hanno costretto ad abbandonare ciò che desiderava fare più di qualsiasi altra cosa: sfrecciare velocissimo giù dai pendii nelle più importanti competizioni sciistiche. Da un giorno all’altro sì trova in una situazione critica e difficilmente controllabile senza il grande carattere e la determinazione che da questo episodio in avanti Hervé dimostra in ogni sua azione.
Non penso che sia facile dover cestinare una passione incontrollata dove stai anche dimostrando grandi capacità, ma le sue ginocchia malconce purtroppo non guardano in faccia a niente e a nessuno e sotto il peso di una condanna così amara, è costretto ad abbandonare gli sci! Ma non si arrende, anzi scopre che da questa brutta rinuncia potrebbe nascere un’opportunità.
“In montagna non si vince e non si perde. Si vive una grande passione”

Hervé e il "suo" Cervino.
Quando scala il Cervino per la prima volta con suo papà Marco in inverno viene come illuminato, capisce che ciò che vuole fare dal quel momento in avanti è scalare le montagne. Quindi si reinventa e lo fa nella maniera più difficile: inizia a praticare in maniera importante un alpinismo sano e di scoperta affrontando sfide quasi estreme ma sempre con un raziocinio da fuoriclasse che lo caratterizza.
“Nello zaino che metto sulle spalle si aggiunge il peso della responsabilità delle azioni che sto per compiere”.
Questa è la montagna che desidera veramente percorrere! Quella della fatica e della salita, dove la sfida non è più contro il cronometro o nella ricerca della curva perfetta, ma verso se stessi.
Nella sua interpretazione di un alpinismo di altissimo livello riesce sempre a trovare l’avventura più originale. Che il terreno di “sfida” siano le pareti fuori casa o le incredibili vette dall’altra parte del mondo, Hervé è sempre in grado di farci sognare quando parte per un’impresa: Cervino, Cerro Piergiorgio, Cerro San Lorenzo, Shisha Pangma… il suo senso di avventura non ha limiti.
In questi piacevolissimi racconti Hervé parla di temi profondi come l’amicizia, il rapporto con suo padre (che in varie occasioni diventa anche il suo compagno di cordata) e il rapporto con se stesso che approfondisce soprattutto durante le sue “solitarie” dove vive indubbiamente le emozioni più sofisticate. (Come la nuova via al Picco Muzio).
Ci racconta tanti episodi che nella sua vita si presentano, parla di quelli belli ma anche di quelli più tristi, perché anche questi ultimi, come lui stesso insegna, una volta superati, servono per farci vivere meglio quelli più gradevoli.
Un libro che consiglio assolutamente, dal quale diventa difficile staccarsi una volta che lo si inizia.
Hervé in apertura sul Cervino.
