
Una semplice escursione in alta montagna: Rifugio Zamboni.
Assente da qualche giorno al mio appuntamento con la scrittura mi sono accorto che stavo aspettando che mi tornasse quel non so che per buttare giù qualcosa, volevo parlare dell’escursione al rifugio Zamboni.
Le “gite facili”
Un tema interessante, per quanto riguarda le gite in montagna, è il capitolo delle “gite facili”. Ultimamente sto sforzando le cervella nel farmi venire in mente delle escursioni adatte a tutti, ma proprio a tutti, non quelle gite che appaiono come gite per famiglie, magari perché si salgono montagne modeste, cioè di bassa quota, e poi però ti ritrovi a dover affrontare 1000 metri di dislivello tutti d’un fiato. Oppure altre “passeggiate”, definite tali in alcune relazioni, ovvero con un termine che ti lascia immaginare la classica pascolata digestiva post abbuffata (da fare quindi anche con le Superga), si senza troppa salita ma dove ti devi sparare 15 chilometri per raggiungere la meta, più ritorno.
Prima o poi butterò giù un elenco di escursioni easy, una sorta di prontuario dell’escursionista antieroe a cui non interessa il quanto (lunghezza/altezza/difficoltà) ma solo il dove: in montagna. Così da avere pronte all’occorrenza varie alternative da sfoderare per organizzare qualcosa di veramente tranquillo anche all’ultimo momento.
L’Escursione
Per ora cerco di riassumere questa bella gita da effettuare al Rifugio Zamboni situato nella valle di Macugnaga (Valle Anzasca). Questa valle si è formata sotto una delle più belle e imponenti pareti delle Alpi occidentali: la Est del Monte Rosa.
Questa parete appare come un imponente muro di roccia e ghiaccio, un vero e proprio immenso anfiteatro naturale. Viene spontaneo paragonarla ad un paesaggio Himalayano, a questo proposito, essendoci stato, posso sicuramente confermare la similitudine con la terra delle più alte montagne del mondo: il Nepal (per approfondimenti vedi questo articolo).
Da Pecetto, frazione di Macugnaga si può prendere la seggiovia (verificare apertura su questo sito) che porta al rifugio Belvedere (1900 mslm). E’ possibile fare una sosta intermedia anche all’Alpe Burki (ci sono quindi varie possibilità di modulare la lunghezza dell’escursione).
Arrivati al Belvedere si seguono le indicazioni per Rifugio Zamboni, si tratta di attraversare il ghiacciaio del Belvedere, un spettacolare “lingua” glaciale che nella sua parte finale si presenta come ghiacciaio secco, ovvero un letto di pietraie non ricoperto di ghiaccio, vittima anch’esso del sempre maggiore surriscaldamento climatico di cui si sente parlare da anni ormai.
Giunti alla destra orografica del ghiacciaio (cioè sul lato destro volgendo le spalle a monte) si percorre un fantastico sentiero in leggera salita. Lungo questo percorso le alte vette del Monte Rosa, sembrano accogliere con grande ospitalità il tuo passaggio come dei giganti.
In meno di un’ora si raggiunge un’estesa piana caratterizzata dalla presenza di numerosi blocchi di granito che riposano chissà da quanto tempo. Si arriva quindi facilmente al Rifugio Zamboni Zappa (2070 mslm), un posto sicuramente suggestivo soprattutto per la spettacolarità dei numerosi metri cubi di ghiaccio circostanti.
Partenza: Pecetto (Macugnaga)
Lunghezza: 2 Km
Dislivello: 200 mt D+
Impegno: 1/5