A cavallo tra la Val Ceresio e la Valganna si snoda un percorso selvaggio, solitario e divertente. Una vera galoppata prealpina in cresta!
Il gruppo
Con un gruppo formato da: Simona la maratoneta, Cecilia tenace camminatrice (che fino di oggi non sapeva di esserlo) alla sua prima escursione, Sabrina con la sua costante energica voglia di fare e Ivan sognatore di trekking himalayani, siamo partiti dal castello di Frascarolo di Induno Olona per compiere una lunga traversata sulla cresta prealpina formata dal San Bernardo, Monte Minisfreddo e infine dall’estetico Poncione di Ganna.

Siamo partiti di buon passo e letteralmente bruciando la prima salita che in men che non si dica ci ha costretti a cambiare assetto del vestiario, trasformato il tepore del pile nel quale ci crogiolavamo durante i primi momenti di una fresca mattinata di febbraio, in una fastidiosa sensazione di caldo (fin troppo!).
Tra limbo e slalom
Dopo una piccola bevuta e un bel tratto percorso in un piacevole bosco popolato oltre che da castagni anche da caprioli, ci siamo abilmente districati in un dedalo formato da numerosi alberi caduti durante le recenti trombe d’aria che hanno investito la valle. Così grazie a slalom, gare di limbo, scavalcamenti e superando tratti ripidi fuori traccia siamo riusciti a vincere l’impervia salita. Consultando anche gli strumenti tradizionali dell’escursionista (carta e bussola) abbiamo scollinato in direzione Monte Minisfreddo raggiunto solo dopo aver incontrato sui nostri passi San Bernardo (non in carne ed ossa, ma in bronzo e cemento) sempre vigile sulla sottostante Val Ceresio, con il lago di Lugano sullo sfondo.

Da li a poco abbiamo poi affrontato, tutti con grande sicurezza e confidenza, il breve passaggio roccioso che ci ha permesso di approdare alla selletta che ci ho condotto verso l’ultima salita prima di raggiungere il Poncione di Ganna, panoramico pinnacolo, che ci ha riservato oltre ad un’ottima vista sui laghi e sulla Valganna, anche un consistente affollamento dovuto alla comodità di accesso che vanta nel suo versante nord-occidentale.

Ritrovare la wilderess
Dopo il tanto desiderato pranzo al sacco, la voglia di ritrovare wilderness e la quiete del bosco ci ha fatto quasi subito rimettere in marcia incamminandoci a ritroso. Abbiamo visto come ritornare sui propri passi non è per nulla scontato: quando si affronta il sentiero di rientro, anche se lo stesso di quello di salita, a causa dei differenti cambi di luce e prospettiva, si genera la sensazione che da lì non ci si sia mai passati.
Non così lontano…
Questo piccolo racconto, oltre che per fissare nella memoria una bellissima giornata di escursionismo, ci sottolinea quanto sia bello viaggiare senza andare troppo lontano raggiungendo montagne che superano appena la soglia dei 1000 metri!