
Se cerchi l’avventura abbandona il sentiero… oppure atterra in Sardegna e percorri il Selvaggio Blu!
Ogliastra e Supramonte
In ogni angolo di Ogliastra c’è sempre una un’occasione per perdersi e la miglior strategia per muoversi qui è quella si affidarsi al fiuto, si insomma a quello che a volte definiamo come 6 senso, visto che gli altri 5 in un posto del genere vengono decisamente neutralizzati.
L’olfatto viene letteralmente rapito dagli inebrianti profumi aromatici degli arbusti mediterranei, la vista invece è costantemente combattuta, da una parte si vorrebbe godere dell’estasi che questi paesaggi trasmettono, dall’altra invece subisce l’impossibilità di non poter alzare lo sguardo nemmeno per un attimo (se non quando si è fermi) a causa del fondo che scorre sotto i nostri piedi sempre tremendamente insidioso.
Su questi terreni non puoi perdere la concentrazione, appena ti rilassi questa terra brulla ti rimprovera immediatamente senza esitare. Le rocce sconnesse sotto i piedi e la vegetazione bassa ti obbligano in qualche modo a muoverti in maniera fluida e sinuosa. La roccia calcarea che caratterizza una buona parte di costa orientale sarda subisce l’incessante azione delle precipitazioni e di tutti gli altri agenti atmosferici e spesso ci si trova a dover camminare per ore restando in equilibrio sulla punta di queste lance rocciose che sembrano conficcate nel terreno, ecco i famosi “campi solcati”.

Il Selvaggio Blu: cos’è?
Il Selvaggio Blu è considerato uno dei trekking più difficili d’Europa, un percorso caratterizzato da un ambiente aspro e severo dove il senso dell’orientamento viene messo a dura prova. L’intricatissimo percorso che si snoda tra leccete molto fitte, olivastri centenari e punti panoramici da toglier il fiato, trasporta verso un viaggio totalizzante in stretta connessione con la natura dove il superfluo non trova spazio e l’unica direzione da seguire è quella dell’essenzialità, sia nello zaino che nella testa.
Il Selvaggio Blu: dov’è?
La provincia dell’Ogliastra, situata nel territorio centro orientale della Sardegna è un territorio tanto magnifico quanto severo, la quasi totale assenza di acqua dolce rendono molto complessa la possibilità di muoversi a piedi ed in autonomia, i litri da portarsi nello zaino pesano sempre di più e avventurarsi nel Supramonte di Baunei, la porzione di Ogliastra che ospita il Selvaggio Blu, è una cosa da non sottovalutare.
La nascita del percorso
Il famosissimo trekking del Selvaggio Blu è un percorso che ricalca gli originali sentieri tracciati dei pastori locali e dai carbonari. La sua nascita risale alla fine degli anni ’80 quando Mario Verin e Pepino Cicalò si pongono l’ambizioso obiettivo di esplorare l’area compresa tra Santa Maria Navarrese e Cala Gonone facendo nascere un itinerario ancora oggi unico nel suo genere.
Come si sviluppa il percorso del Selvaggio Blu
Il percorso composto da 5 tappe è un viaggio in cui si immerge nella natura più selvaggia per circa 40 km e 4500 metri di dislivello positivo. Bivaccare in un luogo così remoto, in tenda o sotto le stelle avvolti da un caldo sacco a pelo, è sempre indubbiamente un’esperienza unica e intensa. Quattro notti di totale isolamento esaltano in maniera esponenziale tutta la magia di questo trekking itinerante. Durante le giornate di cammino il clima è molto caldo anche nelle mezze stagioni, ma di sera la gradevole aria della Barbagia restituisce con gli interessi la frescura che durante il giorno resta molto spesso solo un desiderio.

Le tappe
1° tappa: da Pedra Longa a Ovile su Idileddu
Un tappa abbastanza semplice e tranquilla. Si inizia a camminare lungo un tratto piuttosto pianeggiante costeggiando il mare per poi salire imboccando un sentiero proprio a ridosso delle altissime pareti di punta Giradili. Dopo circa 3 ore si raggiunge l’ovile Us Piggius dove si possono vedere le tipiche e caratteristiche costruzioni dei pastori costruite artigianalmente con gli elementi naturali di quei luoghi: legno di ginepro e blocchi di roccia bianca calcarea. La tappa prosegue offrendo sempre svariati punti panoramici e si conclude proprio sotto alla cima del monte Ginnirco (811 m), il punto più alto dell’intero trekking.
2° tappa: da Ovile su Idileddu a Porto Pedrosu
Questa è la tappa che inaugura le prime difficoltà in quanto si affrontano due tratti un po’ delicati: il primo riguarda l’attraversamento di una scala di ginepro abbastanza insidiosa che non da’ un particolare senso di stabilità, poco dopo invece si superano alcuni passaggi di arrampicata mai difficili ma molto esposti, in cui ci si può tranquillamente auto-assicurare grazie alla presenza di corde fisse e catene. La tappa si conclude a Porto Pedrosu (o in alternativa a porto Cuau, poco dopo) dove un bel tuffo rinfrescante fa recuperare immediatamente tutte le energie spese durante la giornata.
3°tappa: da Porto Pedrosu a Cala Goloritzè
Si entra nel cuore del Selvaggio Blu, è una tappa per il 90% priva di passaggi particolarmente difficili ma si conclude con un tratto abbastanza ostico: il canale di Boladina. Questo passaggio giunge proprio dopo la pausa d’obbligo che si fa per visitare la mitica cala Goloritzè, la caletta simbolo dell’Ogliastra in cui è possibile ammirare la fantastica e famosa Aguglia omonima. Questo canale è molto ripido e costituito da terreno pericolosamente instabile. Fortunatamente vi sono alcune corde fisse e catene in loco per poter assicurarsi, ma la cosa più importante affinché tutto si svolga in sicurezza è quella di effettuare il passaggio delicatamente uno alla volta per evitare di colpire i compagni con sassi che inevitabilmente rotolano fino alla base.
4°tappa: Da Cala Goloritzè a Bacu Patende
In questa tappa viene affrontato il maggior dislivello giornaliero di tutto il trekking, i metri da “scalare” sono in totale 1300 (dislivello positivo), un continuo sali-scendi viene alternato da cenge a picco sul mare, calate corda doppia e facili tratti di arrampicata.
5° tappa: da Bacu Patende a Cala Sisine
Tecnicamente la tappa più impegnativa per la numerosità di tratti esposti e corde doppie, ma anche di ricca di notevoli scorci e un’incredibile successione di luoghi unici come il canyon di Sa Nurca, e la magica Cala Biriola.
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