La traversata della Lombardia

From lake to lake: la traversata della Lombardia

A due anni di distanza dal mio viaggio della traversata della Lombardia, a spasso per laghi e monti, vorrei riproporre il racconto che ho piacevolmente scritto per la rivista "Montagne 360" pubblicato sul numero uscito ad agosto 2021.

_________________________________________ 

"E’ traumatico passare in poche ore dal silenzio e la solitudine di un viaggio cosmico, all’andirivieni di una caotica stazione dove intercetto il treno che mi riporterà a casa. Qui, al contrario degli escursionisti in montagna, le persone si agitano, fanno baccano e girano in tondo alla frenetica ricerca del proprio vagone, io invece mi godo finalmente un momento di relax ripensando a questo intenso viaggio di 6 giorni, in cui ho attraversato 6 province e toccato 6 laghi da solo ed in autosufficienza…From Lake To Lake!

Ma riavvolgiamo il nastro di qualche giorno.

Eccomi sulla sponda Lombarda del lago Maggiore, alla punta Fornetto (Angera) per la precisione, ovvero il luogo che ho scelto per dare inizio alla traversata. Mi trovo sul punto di coordinate più occidentale della Lombardia, un territorio ricco di laghi e montagne ricompreso fra due immensi specchi d’acqua: il lago Maggiore e il lago di Garda. Mi piace l’idea di collegarli tracciando una linea immaginaria e cercando di vivere un’avventura che sicuramente non sarà estrema ma nemmeno comune.

Duranti i primi giorni di cammino il livello di entusiasmo è alle stelle. Le gambe vanno da sole e le sensazioni sono talmente intense che mi svuoto di tutti quei piccoli pensieri che fino al giorno prima della partenza mi avevano tenuto compagnia. Finalmente si parte! E pensare che nei giorni di attesa prima della partenza cercavo di immaginare, con un po' di formicolio nello stomaco, tutti i momenti che avrei affrontato durante questo viaggio che aspettavo da tempo.

Dopo la notte “zero” passata in riva al lago Maggiore il mio “From lake to lake” inizia alla grande. Una buona colazione mi rilassa e mi carica per qualcosa di grande che sta iniziando. Smonto la tenda e parto con tranquillità godendo della quiete di questa fresca mattinata. I paesaggi mutano in continuazione ma allo stesso tempo tutto è molto lento, spostarsi a piedi è diventato ormai un atto poco comune. La bellezza della rugiada e la luce del sole, che via via durante la giornata diventa sempre più brillante, mi coccolano generando una bolla attorno a me. Sono sereno e sono finalmente passato all’azione. Durante la prima giornata raggiungo le montagne a cui sono più affezionato: le Prealpi varesine.

Queste montagne non sono alte ma sono selvagge, l’atmosfera che si respira nei boschi tra una radura e l’altra è viva, si percepisce che non si è mai soli: gli animali, anche se non li vedi, sono li che ti tengono d‘occhio, e a volte ti senti quasi d’intralcio nei loro confronti. Verso sera raggiungo il Monte Chiusarella, una piccola montagna ricompresa nello straordinario parco regionale del Campo dei Fiori di Varese. Da qui mi godo un tramonto indimenticabile osservando il sole che traguarda l’orizzonte frastagliato della catena alpina lasciando nel cielo un alone infuocato.

Il viaggio continua ed il secondo giorno mi immergo nell’umidità della fitta foresta che ricopre i pendii del Monte Martica attraversando la Valganna prima, e la Val Ceresio poi. L’avventura che vivo mi coinvolge al 100% le gambe mi trasportano tra boschi, radure, strade, sentieri e sono sempre solo, io ed i miei scarponi, gli alleati più importanti di questo viaggio oltre alla grande voglia che mi ha portato a fare tutto ciò. Stare da solo mi da’ un senso di libertà, penso a qualsiasi cosa, canticchio tra me e me, mi lascio andare. I pensieri vagano, stare in silenzio per molto tempo è una condizione che raramente si presenta. Durante la vita di tutti i giorni tante sono le parole che si pronunciano e si ascoltano, in questi giorni di cammino, invece, dovrò ascoltare solo i miei passi. In questa seconda giornata dopo aver risalito interamente la valle di Muggio (Canton Ticino, Svizzera) raggiungo Orimento, un località in Valle d’Intelvi, sono di nuovo in territorio italiano e mi trovo ai piedi del Monte Generoso dove passo la notte piantando la tenda all’interno di un terreno privato, dopo aver ricevuto il permesso dal proprietario.

Durante la terza tappa decido di introdurre una variante che non avevo inizialmente considerato ma che reputo, a questo punto del viaggio, necessaria per poter concludere l’avventura nei pochi giorni che ho a disposizione. Una volta raggiunto il lago di Como, ad Argegno, monto in sella ad una mountain bike e, senza cercare di modificare troppo l’itinerario pianificato, proseguo imbarcandomi sul battello che da Menaggio mi fa approdare sulla sponda lecchese del lago di Como. Una volta raggiunto il paese di Taceno pedalo sulla straordinaria pista ciclopedonale della Valsassina per raggiungere in serata a Balisio (Lecco).

La sveglia del quarto giorni è decisamente brusca, la salita verso i piani di Bobbio si rivela una bella gatta da pelare, tengo duro e una volta in cima mi rilasso e imbocco la lunga discesa che mi porta verso la Val Brembana per poi imboccare la Valsecca e raggiungere Roncobello. La giornata non si conclude nel migliore dei modi: un temporale e un guasto alla tenda mi obbligano ad accomodarmi sotto la tettoria di un edificio abbandonato bivaccando all’aperto ma passando quella che sarebbe stata la miglior nottata dell’intero viaggio.

Riparto di buon ora per quinta tappa che si rivelerà la più lunga e variegata di tutte. Nella prima parte di giornata sono impegnato sul sentiero che sale verso il lago Branchino, qui a causa della tecnicità del percorso, la bicicletta, che devo caricarmi sulle spalle, si rivela una zavorra importante; nella seconda parte della tappa invece apprezzo la fluidità delle due ruote e mi ritrovo a pedalare lungo la strada urbana percorrendo anche una parte della bellissima ciclovia dell’Oglio. Da Iseo, poi, attraverso tutta la pianura bresciana e risalendo verso il passo Sant’Eusebio raggiungo Salò prima del buio.

Le ultime pedalate del sesto giorno mi mettono a dura prova. Psicologicamente mi sento già arrivato e, scrutando in continuazione il tachimetro, sembra che i chilometri non passano mai. E’ solo verso mezzogiorno che il cartello con sfondo marrone di Limone sul Garda mi libera dall’incantesimo, esulto pacato a modo mio e realizzo che sono finalmente arrivato nel comune geograficamente più orientale della Lombardia.

Porto a termine così il mio  progetto: immaginarlo, pianificarlo e realizzarlo è stata una cosa incredibile.

Questo viaggio non voleva essere né un'"impresa" né un la voglia di stabilire un record, bensì solo un modo per comunicare che per trovare l'avventura è abbastanza uscire dalla porta di casa senza in alcun modo pensare a performance, chilometri e dislivelli che non farebbero altro che oscurare tutte quelle sensazioni ed emozioni, non misurabili, che valgono più di ogni altra cosa!" 

SCARICA L'ESTRATTO DELLA RIVISTA IN CUI E' PRESENTE L'ARTICOLO E ALCUNE FOTO

LE TAPPE

1^ Tappa: Angera (VA) – Campo dei Fiori- Rasa - Monte Chiusarella (VA)

2^ Tappa: Monte Chiusarella – Viggù – Muggio - Orimento (Valle d’Intelvi, Como)

3^ tappa: Orimento (CO) – Menaggio – Varenna - Valsassina (LC)

4^ tappa: Valsassina (LC) – Piani di Bobbio – Piazza Brembana - Roncobello (BG)

5^ tappa: Roncobello (BG) – Passo del Branchino – Clusone – Iseo - Salò (BS)

6^ tappa: Salò (BS) – Limone Sul Garda (BS)

BAnner Evil Estivo
Davide Canil
Davide Canil - Blogger e Acc. di Media Montagna

Rispondi