Sei favorevole o contrario alla caccia?
Senza (volutamente) schierarmi ho sollevato un dibattito sul tema della caccia, “sei favorevole o contrario alla caccia?” ho domandato, e in poco tempo sono arrivate diverse risposte che ho trovato obiettivamente condivisibili, sia tra i favorevoli che tra i contrari.
A volte sembra facile esprimere un’opinione o una preferenza schierandosi senza indugio da una parte o dall’altra della barricata magari sbandierando il proprio orientamento a mo’ di tifo da stadio (come qualcuno ha detto in occasione del sondaggio proposto QUI su Instagram).
Spesso però sentenziare d’istinto può risultare superficiale in quanto alcune questioni, essendo molto più complesse di quanto si possa immaginare, andrebbero studiate più nel dettaglio. E’ assolutamente naturale esprimere considerazioni d’impatto ma a volte le opinioni, spesso figlie di un coinvolgimento emotivo, andrebbero rielaborate in maniera un po' più razionale.
Lo scopo di questo “sasso nello stagno” non era solo quello di redigere una statistica, ma quello di capire le vere ragioni sulle quali ci si basa per esprimere la propria preferenza, che sia di favore o di rigetto su questo tema sempre attuale, soprattutto da quando è in corso la raccolta firme per richiedere un referendum sull’abolizione della caccia. Ho notato che il tema ha generato diverse reazioni, dalle più accese alle più razionali ed il risultato non è stato altro che un mix di interessanti opinioni e visioni completamente diverse tra loro.
Tra i contrari alla caccia
Qualcuno faceva cenno ad un motivo etico: effettivamente prendere un fucile e sparare a qualcosa o qualcuno è forse una pratica un po' cruda; anche se, aggiungerei, poco cambia quando ad uccidere non è il fucile di un cacciatore ma la mannaia del macellaio, ammesso che la caccia possa essere praticata principalmente per scopi di approvvigionamento, se invece la caccia è vista in maniera prettamente sportiva, quindi per il solo scopo ludico, forse il discorso dell’etica potrebbe essere sicuramente più calzante.
L’impatto ambientale è un altro tema diffuso tra i contrari: effettivamente quante cartucce si trovano abbandonate nei boschi? Ancora troppe!
Purtroppo, penso io, a prescindere dalla caccia o meno, in qualsiasi direzione ci si muova inevitabilmente vi è un impatto ambientale, di conseguenza praticando qualsiasi attività (che si tratti di sport, viaggi o lavoro) è sostanzialmente inverosimile vantare un comportamento totalmente green…ma disseminare i boschi di cartucce vuote forse è un po' troppo, che dite? Su questo aspetto penso di trovare tutti d’accordo ma c’è il solito “ma”: il problema delle cartucce abbandonate non è sicuramente generato dalla caccia in sé ma dalla, ahinoi, ancora diffusa inciviltà di alcuni individui poveri di senso civico. Sono soggetti presenti in piccola scala, grazie al cielo, ma che producono comunque effetti tutt’altro che isolati. Le “mele marce”, come si dice, sono presenti ovunque, indipendentemente che siano cacciatori, ciclisti o arrampicatori. A proposito di scalatori: vietereste l’arrampicata per evitare le cartacce e i mozziconi che ancora si trovano alla base di alcune falesie? Oppure vietereste di portare il cane a passeggio per risolvere il problema dei numerosi escrementi che ormai si trovano ovunque? Sono domande retoriche che ci dimostrano che il male non risiede nello strumento in sé ma nel modo in cui viene utilizzato.
Tra i favorevoli alla caccia
Tra i favorevoli invece le idee sull’utilità della caccia sono fondate principalmente sul fatto che sia lo strumento indispensabile, a patto che sia regolata e controllata da enti sopra le parti per regolare, per regolare l’equilibrio della fauna selvatica. Con questo presupposto la caccia limiterebbe così i danni di una proliferazione di ungulati, grandi divoratori di germogli e devastatori di raccolti.
Tutto questo non fa una piega ed è esattamente lo scopo della nella legge N.157 dell’ 11 febbraio 1992, fondamentale per regolare l’attività e per punire trasgressori e bracconieri.
Resta comunque curioso il fatto che all’interno di un ecosistema sia l’uomo a dover auto-eleggersi come regolatore di un ecosistema che lui stesso ha messo a soqquadro: la mancanza di predatori naturali, eliminati a loro volta della caccia stessa, non è un bizzarro paradosso?
Ma questo è sicuramente un altro tema ancora più delicato di quello di cui stiamo parlando.
In conclusione
Se dovessi tifare a favore di una o l’altra preferenza mi rifarei alle mie personali abitudini:
- uno dei miei emisferi cerebrali non è assolutamente interessato alla caccia come fonte di sostentamento e tanto meno come sport, e tra l’altro quando vado per boschi non mi è nemmeno tanto simpatico incontrare tute mimetiche che vagano col naso all’insù,
-dall’altra parte del cranio però ogni tanto viene a galla l’irrefrenabile voglia di addentare qualche fetta di salame di cinghiale.
Quindi:
1) è difficile schierarsi,
2) ancora più difficili essere coerenti,
3) se mai si presenterà un referendum peseremo i pro e i contro indossare panni di qualcun altro ma semplicemente esprimendo una scelta che sia la meno contradditoria possibile.
Tra le varie letture che mi hanno ispirato a scrivere queste righe segnalo:
Questo articolo di Alberto Mazzocchi e la legge sulla caccia n.157 dell’ 11 febbraio 1992