Outdoor Expo Bologna. Viaggi, Seminari, Convegni, Esperienze.

La Montagna come filo conduttore: Outdoor Expo Bologna. Viaggi, Seminari, Convegni, Esperienze.

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I giorni 1-2-3- marzo Bologna ha visto passare davanti a se una carrellata di contenuti ricchi che hanno descritto come le esperienze all’aria aperta possano essere vissute in tutte le salse… e Kalipé c’era.

In questa fiera tutti hanno potuto constatare che per vivere la montagna e l’ambiente in generale a 720 gradi (anche se solo 2 giri non bastano), non esistono limiti. Le iniziative e le proposte sono infinite nel settore outdoor. Ormai in montagna ci si è adattati ad andare principalmente senza neve,se in passato era vissuta esclusivamente in maniera invernale, ad oggi l’estate in montagna non è più solo un’attrattiva delle gite oratoriali dei diffusi sacerdoti appassionati di escursionismo.

Gli argomenti da trattare nel settore outdoor sono numerosi, in fiera ne ho potuti approfondire diversi: dall’abbigliamento tecnico, era possibile infatti scegliere tra il migliore vestiario nonché la più efficiente attrezzatura, alle più disparate proposte turistiche da parte degli enti, regioni e aziende che operano nel settore. Ogni azienda, suggerendo svariate esperienze uniche e singolari, divulga sempre di più la consapevolezza generale che ormai d’estate in montagna non solo non ci si annoia più, ma si è stimolati in continuazione.

Tra i vari espositori si sono visti molti brand totalmente sconosciuti, aziende made in Italy che per questioni di marketing, anzi più per i costi legati ad esso, non hanno ancora avuto la visibilità che meriterebbero. Per alcuni è una scelta, per altri una necessità. Il ragionamento è semplice: nei grandi numeri è difficile garantire la stessa qualità mantenendo inalterati i prezzi. Di questo aspetto ne ho parlato proprio con il simpaticissimo Herbert, responsabile marketing di “Gebo Mountain” un brand low cost che non conoscevo ma che sotto il profilo qualitativo nel suo settore non ha nulla da invidiare ai più comuni colossi presenti sul mercato. 

Inoltre nella zona interattiva era possibile vivere (in piccolo) tutte le più pazze esperienze che esistono: dal parapendio, alla zip line, alla mountain bike fino alla partecipazione attiva  ad un corso di sopravvivenza con i ragazzi diCimone Outdoor.

Il cuore dell’evento era rappresentato dalla zona cosiddetta della community, in quest’area si raccoglievano tutti coloro che volevano imparare, formarsi, scambiarsi opinioni o sentire parlare qualcuno di importante: per me è stata una fortuna arrivare in fiera proprio nel momento in cui Maurizio Zanolla (Manolo, fortissimo arrampicatore esploso negli anni ’80 tutt’ora in grande attività) e Paolo Cognetti (scrittore contemporaneo di grande fama) hanno iniziato a parlare di montagna,  sottolineando le sensazioni che essa ha regalato  loro durante le varie esperienze che si sono volutamente cercati.

Seguendoli entrambi da un po’ di tempo con molto interesse, i due personaggi in qualche modo mi hanno condizionato, arricchendomi ulteriormente in quest’ultima occasione, infatti con molta semplicità hanno dipinto una discussione profonda articolata intorno a tre temi:

Uno dei temi discussi era il  SILENZIO, dalle riflessioni dei due relatori è emerso che anche se si è in compagnia l’esperienza che vivi in montagna è comunque in parte solo tua, ognuno la recepisce, la interpreta, la fa sua in maniera intimamente personalizzata. Si è osservato anche che in montagna non c’è silenzio, in montagna c’è un’apparente sensazione di silenzio, in realtà la montagna produce in continuazione rumori assordanti: le frane che cadono, le tonnellate d’acqua che ininterrottamente solcano la valle frangendosi sulle rocce

Il silenzio Io si è confrontato poi con la SOLITUDINE, i due elementi sono ben distinti tra loro. Non è necessario che alla presenza dell’uno vi debba essere anche l’altro. La solitudine è una dimensione che le persone di montagna spesso cercano ma è indubbiamente da distinguere da quella forse meno piacevole, ovvero quella che si verifica quando si resta emarginati e scollegato da qualsiasi legame, quest’ultima è ben diversa dalla sana volontà di isolarsi momentaneamente per scelta e per propria “meditazione” (intesa ma come pura riflessione interna, non sul significato mistico).

Poi c’è anche la PAURA, essa è fondamentale. La montagna fa sempre paura, nell’antichità le montagne si dipingevano come la dimora dei demoni, oggi la montagna intimorisce per altri aspetti sicuramente più pratici ma tutti i suoi frequentatori decidono di governare la paura accettandola comunque come parte di essa. La cosa veramente importante, sempre secondo Manolo, è quella di NON AVER PAURA DI AVER PAURA, questo è il vero limite da superare, non solo in montagna.

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