Accompagnatore di media montagna si diventa

Ph: Marco Caccia©

La cosa belle dei punti di arrivo è che, in realtà, sono dei punti di partenza. Cosa significare essere accompagnatore di media montagna.

L’atto di porsi degli obiettivi nel corso della vita ti dà sollievo, sfondi una barriera, esci da uno stato che chiamano “di comfort” ma che poi tanto accogliente non è, e incominci finalmente ad incamerare litri di ossigeno puro e fresco dopo che per mesi ti sei tristemente adeguato a respirare l’aria di uno sgabuzzino che non sembrava prospettare vie di fuga. Questo ti eccita e sai già che in qualsiasi modo arriverai in fondo per raggiungere il risultato che ti sei prefissato, così imposti la rotta verso il bersaglio in direzione del quale dovrai remare focalizzandolo senza farti distrarre dalle difficoltà che inevitabilmente si incontrano durante un cammino, ma che sono proprio quelle che porteranno i più grandi insegnamenti.

Non è passato neanche un mese dal grande giorno, quello degli esami. Sono ancora elettrizzato, d’altronde diventare ACCOMPAGNATORE DI MEDIA MONTAGNA era una cosa che desideravo veramente. E nell’ultimo mese, da quando finalmente ho chiuso il cerchio, mi è capitato spesso di tuffarmi indietro con la mente rievocando tutti i momenti e le sensazioni che hanno dipinto questo ultimo anno e mezzo.

A Giugno 2018 le selezioni, ricordo ancora bene la felicità condivisa in famiglia dopo il rientro a casa con in tasca l’elenco degli “idonei” nel quale rientravo. Ricordo anche i giorni successivi, quelli che, passata l’euforia, mi avevano fatto calare una sensazione di angoscia e incertezza. “Non so che fare” pensavo, sapevo solo che forse doveva attivarsi la razionalità: entro la fine dell’anno la mia famiglia sarebbe cresciuta e da li in avanti la vita comoda e rilassata che ho goduto per questi miei primi 31 anni di cazzeggio , avrebbe subito un’importante cambiamento.

…e il lavoro? Il lavoro come si concilia con i 60 giorni che dovrò ritagliarmi per partecipare alla formazione obbligatoria?

Insomma troppi timori che ti fanno passare attimi in cui nella tua testa crolla tutto, e con la mente ci si allontana da ciò che vorresti veramente fare. Ti prende da quel senso di esitazione che si trasforma in paura mischiata all’ansia che diventa rabbia… sei incazzato con te stesso per questa dannata tua indole da sempre fin troppo prudente.

Poi vince l’irrazionalità, ti prendi un attimo in disparte e pensi che in fondo basta alzare la testa per guardare l’orizzonte fino all’infinito nel mentre che t’incammini per raggiungerlo e vedere cosa c’è dopo.

E poi?

E poi ti ritrovi alla fine di un percorso, che in realtà è solo l’inizio, l’inizio di un cammino da cui ripartire verso ciò che hai sognato. Sei tranquillo e sai perfettamente che ciò che serve per cominciare è tutto quello che hai imparato:

– hai imparato che in natura anche il più piccolo particolare ha un nome, che spesso è impossibile da ricordare;

– hai imparato che l’ambiente montano obbliga ad essere decisi dove la pianificazione è fondamentale ma quello che ti cava dai guai è l’istinto,

– hai imparato  che l’unica palestra per saper stare in ambiente è: stare in ambiente!

– hai imparato che le cose che hai studiato non le dovrai solo ripetere ma saper raccontare;

– hai imparato che un esame è l’inizio e non la fine.

…E quindi, si inizia!!!

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2 commenti Aggiungi il tuo

  1. Moreno ha detto:

    Caro Davide ti auguro un grosso in bocca al lupo per la tua nuova esperienza che andrai a condividere con altre persone in mezzo alla natura,fin ché sarà possibile visto che noi stessi purtroppo andrà a finire che la distruggeremo,o per un motivo o per l’altro….,quindi partiamo e godiamoci ogni passeggiata dove tu ci porterai.

    1. Kalipé ha detto:

      Grazie per il bellissimo commento, ne farò tesoro.

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