
Torrione del Cinquantenario
Fare sicura al compagno impegnato qualche decina di metri più in basso, su un tiro di V grado, V+ al massimo. In attesa resto li ad assaggiare sulla pelle una leggera brezza che smorza la temperatura di una giornata calda: “in questo momento in pianura si soffoca”, penso. Purtroppo dalle mie parti d’inverno si gela e d’estate non si dorme dall’afa, purtroppo è sempre difficile adattarsi alle condizioni della vita, qui invece, appeso, mi viene facile svuotare la testa dai pensieri e riempirla di sogni.
Ti senti in piena avventura, in realtà sei a due passi da casa. L’avventura quella vera è sicuramente altro, è scegliere di stare lontano dalle comodità e dentro l’ignoto. L’avventura è decidere di andare avanti perchè se torni indietro è peggio. L’avventura in montagna te la scegli, nella vita invece tante vicissitudini ti capitano quasi sempre all’improvviso, come un temporale con la differenza che quest’ultimo nel giro di pochi minuti si dissolve mentre le prove che la vita ti mette davanti durano un pò di più. Fino ad oggi mi reputo di essere abbastanza fortunato, si qualche spiacevole vicenda avrei preferito evitare di viverla, ma se nella vita ci sono dei brutti momenti mi rendo conto che questi servano comunque a farti vivere meglio quelli belli.
Bene, non ricordo come mi è venuto di divagare, comunque quel giorno in Grignetta ci sentivamo al sicuro, protetti e in un ambiente familiare, alla fine per gente come noi andare in montagna non deve essere un rischio, sai quello che vai a fare e come lo devi fare, vai via tranquillo con gli amici ed è proprio questo che ti fa sentire bene. Quel senso di protezione per me è la sensazione più bella che si possa provare. Dalle mie parti non è difficile provare una sensazione avventurosa ma non troppo, che ti impegna, ti agita un pochino ma che ti coccola nella tua passione.
Ci troviamo tra canali erbosi e guglie che sembrano colate di sabbia bagnata. Dalla città di Lecco in poche curve ti trovi quasi all’attacco di qualche via o sentiero. Percorrendo l’itinerario, durante la salita, ti trovi spesso a guardare giù, e pensi alla vita della città, insomma al solito tran tran quotidiano. E’ bello guardare dall’alto tutti quegli omini che laggiù vanno avanti e indietro, fanno le code ai semafori e le file al mercato, c’è chi lavora e chi si rilassa e poi ci sei tu che riesci a guardare tutto il contesto per intero, come quando ti allontani dalla parete del tuo salotto per capire se il quadro che hai appeso è dritto. Quando ti allontani da qualcosa la vedi meglio, se invece ti trovi nel bel mezzo non ci capisci niente. La quotidianità, un’altra ragione del mio costante bisogno di sconfinare da quel dover tutti i giorni scambiare il proprio tempo con qualcuno in cambio di qualcosa.

Arriviamo al dunque: una di queste guglie calcaree di cui accennavo prima si chiama Torrione del Cinquantenario si trova poco prima di raggiungere il rifugio Rosalba sulla Grigna Meridionale. E’ bellissimo come pilastro, fa proprio venire voglia di toccarlo. Anche se non ha la forma di niente ricorda piuttosto la bozza di di una scultura che l’artista deve ancora ritoccare e definire. Chissà come diventerà tra qualche migliaio di anni, cambierà forma? Si consumerà? Diventerà più appuntito? Crollerà? Non lo sapremo mai, ma sappiamo che ad oggi si può salire in cima percorrendo, secondo me, una delle vie di arrampicata più belle di sempre. La via di cui parlo si chiama “Fantasma della Libertà”. Questa scalata è fantastica segue una bella linea logica, e la roccia dà molta soddisfazione, il panorama è fenomenale e soprattutto un bella birra al rifugio Rosalba, una volta calati alla base, dista meno di 10 minuti. Via assolutamente consigliata, molto plaisir e mai pericolosa.
PS, la mia interpretazione del nome: La libertà non ha un corpo, ci gira intorno proprio come uno spirito che fluttua nell’aria, non si vede e non si sa come acchiappare, quando ci sembra di averla ben stretta tra le mani fugge improvvisamente e tocca faticosamente riconquistarla. Mi informerò con gli apritori (Eugenio Pesci e Ivano Zanetti) per chiedere invece il senso che doveva realmente essere.
Partenza: Piani Resinelli (Lecco)
Difficoltà: 6a obbligato (max 6c)
Avvicinamento: 1h 30minuti con circa 400 mt D+
Impegno: 3/5



