Le catene trofiche

“Non servono a nulla le zanzare, andrebbero sterminate!”

Spesso si parla di tutela degli ecosistemi per un mantenimento dell’equilibrio all’interno degli stessi, ma non sempre si riesce a comprenderne esattamente il significato: parliamo delle catene trofiche.

Mentre l’impatto umano è riscontrabile e visibile in maniera tangibile (e spesso sconvolgente), quello naturale (di animali e piante) genera effetti molto lenti e meno evidenti, forse è per questo motivo che non risulta facile da parte dell’uomo mettersi da parte, attendere e lasciare che la natura si autoregoli.
La specie umana ha sempre avuto un’invadente attitudine al controllo dei processi naturali, anche se va ammesso che buona parte degli stessi sono necessari per porre rimedio a clamorosi e insensati "autogol" che da sola si è procurata.

Le cascate trofiche sono il meccanismo da comprendere per capire che cosa si intende quando si parla di equilibrio e autoregolazione degli ecosistemi.

Un esempio lampante di cascate trofiche lo fornisce il caso della reintroduzione del lupo nel parco dello Yellowstone.
Per quanto il lupo possa risultare una specie che uccide e soppianta numerose altre specie spesso non si considera quante altre hanno la possibilità di proliferarsi grazie alla sua presenza.
Il lupo venne dunque reintrodotto nel parco e questo generò delle conseguenze a cascata capaci di influire pensino sul corso dei fiumi.
Uhmm...Lupi e fiumi, non vi sembra un pò anomala la relazione tra queste due cose? 

Ecco cosa innesca la reintroduzione del lupo

Anzitutto alcuni cervi vennero predati come ovviamente ci si aspettava e questo effetto ebbe un impatto significativo sul loro comportamento iniziando così ad evitare alcune parti del parco. Tuttavia, questo cambiamento comportamentale dei cervi ebbe un effetto positivo sull'ecosistema vegetale, poiché queste aree iniziarono a rigenerarsi. In soli sei anni, l'altezza degli alberi quintuplicò e i versanti spogli divennero foreste di pioppi e salici.
Con la creazione di nuovi habitat dovuti appunto alla proliferazione della vegetazione gli uccelli cominciarono a stabilirsi in queste aree portando ad un aumento significativo del numero di piccoli passeriformi e migratori.
Inoltre, l'aumento di alberi e foreste portò ad un incremento della popolazione di castori, che come sappiamo sono veri e propri ingegneri e si servono dei tronchi per creare i loro habitat ideali nei torrenti. Le dighe costruite dai castori a loro volta crearono ulteriori favorevoli condizioni per diverse altre specie, come lontre, topi muschiati, anatre, pesci, rettili e anfibi.
I lupi, che uccidevano i coyote, hanno permesso un aumento della popolazione di lepri e topi, portando ad un aumento della popolazione di falchi, donnole, volpi e tassi. Infine, i corvi e altre specie iniziarono a nutrirsi delle carogne lasciate dai lupi.

Possiamo a questo punto affermare che la catena alimentare è un delicato equilibrio che regola l'interazione tra i diversi organismi di un ecosistema. Come abbiamo visto, qualsiasi intervento che modifichi questa catena può generare effetti imprevedibili e svariate conseguenze.

Detto questo, per riallacciarci all'affermazione iniziale, cosa potrebbe comportare la distruzione di  tutte le dannate zanzare del pianeta che sono sicuramente fastidiose ma "forse" anche loro un ruolo lo hanno?

Per approfondire: 
https://www.dailybest.it/natura/perche-esistono-le-zanzare/
https://www.kodami.it/a-cosa-servono-le-zanzare-e-perche-sono-importanti-e-non-possiamo-farne-a-meno/

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Davide Canil
Davide Canil - Blogger e Acc. di Media Montagna

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